La Storia Italiana di Fiume
Riportiamo dal Forum_Fiume un intervento pubblicato da Furio Percovich .

„Le scarse memorie, che abbiamo dei secoli XIII e XIV, sono latine; ma le notizie commerciali, l’organizzazione municipale ed il nesso ecclesiastico e politico giustificano la congettura, che l’elemento italiano vi sia stato considerevole.
Dal secolo XV in poi abbiamo molte notizie autentiche per dedurre, che l’elemento italiano cresceva, e queste sono contenute nei libri dei cancellieri municipali e nei protocolli di consiglio.
Il primo libro del cancelliere Del Reno di Modena, portante in lingua latina atti dal 1436 al 1461, comprende due atti italiani inseriti come il cancelliere li aveva ricevuti, e precisamente la tariffa del pesce e l’ inventario delle cose preziose della chiesa parrocchiale. Dalla tariffa lice dedurre che il popolo conosceva la lingua italiana e che non gli era necessaria la redazione slava. Da numerosi contratti risulta, che i mercanti provenivano in massima parte da Veglia, Cherso, Zara, Pola, Trieste, Venezia, Pesaro, Ancona, Rimini, Fano, Fermo, Ravenna, Firenze, Trani, Barletta, e che Fiume era centro di commercio fra 1’Italia e la Carniola. Dei 39 consiglieri municipali che si trovano in quel tempo, 10 hanno nomi slavi: 5 italiani, 15 ambigui; ma i nomi dei canonici sono tutti slavi.
Il secondo libro, che fu scritto dal cancelliere Domenico Raniza di Trieste pel tempo dal 1525 al 1537, tutto in latino, porta a pag. 39 e 134 due atti italiani: un inventario di bottega ed una liquidazione di conti. Ma frequenti sono gli atti italiani nel libro del cancelliere Tranquillo per gli anni 1544, 1545, 1546, ove a pag.. 2, 8, 9, 16, 19, 20, 23, 34, 58 e 210 si trovano lettere, testimonianze, chirografi, interrogatori e fassioni giudiziali, tutti in dialetto locale simile al veneto. Lo stesso dicasi, di altri libri di questo secolo, segnatamente di quello del cancelliere Manlio, dove a pagina 33 si trova un proclama latino del 1575, che accennasi spiegato in lingua italiana »ad omnium claram intelligentiam adstante magna populi multitudine».
Aggiungansi le seguenti notizie di questo secolo:
1. Nella storia ·della Carniola del Dimitz, t. II pag. 198, si legge che quel Truber, il quale fu attivo a promuovere il protestantismo nel ducato, aveva frequentato, intorno l’anno 1521, la scuola in Fiume ove apprese le lingue italiana ed illirica.
2. Dai protocolli di consiglio risulta, che la municipalità fece venire un predicatore italiano per la quaresima degli anni 1573 e 1594.
3. Il consiglio civico nel 1599 ordinava al suo magistrato di scrivere in avvenire i suoi atti in lingua italiana (invece che in latino), onde ognuno li potesse comprendere.
4. L’amministrazione della giustizia veniva esercitata da un legale, che si diceva Vicario e che veniva cambiato di anno in anno. Questi vicari erano di Gorizia, di Trieste e per lo più d’Italia, e stendevano i protocolli di udienza in lingua italiana, e sentenziavano in latino. Traccia di trattazione in altra lingua non se ne trova. Fra 106 consiglieri municipali si trovano 57 nomi slavi e 44 italiani; fra i canonici della chiesa parrocchiale si trovano i Bianchini, Condi, Giacomini e Vespasiano.
La proporzione crebbe nel secolo XVII e più ancora nel XVIII, in cui l’ apertura del portofranco attirava un maggiore numero di mercanti forestieri. (…) e persino nei vicini contadi slavi di Castua, Grobnico, Tersatto, Buccari e Vinodol non vi era sacerdote nè altra persona colta, che non parlasse il dialetto italiano di Fiume.