Con rammarico Aggregazione Veneta vede confermate le proprie previsioni, e prosegue nel programma
Per farla breve, nel conflitto fra Regione Veneto e Stato sulla pratica della vaccinazione come innovata dalla legge Lorenzin, la Corte Costituzionale ha affermato che le Regioni (tutte, non solo il Veneto) devono subire il sistema, e che per il momento l’obbligo resta. Tuttavia, come sotto spiego, lo ha fatto senza entrare nel merito scientifico, medico e delle normative europee riguardanti le vaccinazioni e i diritti umani, almeno questo non emerge dallo scarno comunicato stampa.
Quando il 3 agosto 2017 Aggregazione Veneta ha presentato in Corte Costituzionale intervento ad adiuvandum al ricorso della Regione Veneto, sperava sul rispetto della Convenzione Quadro sulle minoranze nazionali da parte della Corte Costituzionale, in particolare dell’art.15, ma aveva fin da subito detto che in caso di negazione alla partecipazione, come purtroppo è avvenuto, ci saremmo rivolti al Consiglio d’Europa avendone diritto.
Per un momento ieri abbiamo sperato in un miglior esito quando abbiamo visto come argomenti a ruolo la Convenzione di Oviedo ma anche la Convenzione dei diritti del fanciullo, scoprendo solo al termine che la Regione Veneto ha integrato una memoria il 9 novembre 2017 che richiamava non solo quelle convenzioni, ma anche la Carta dei diritti fondamentali della UE, tutti, elementi che noi per primi avevamo portato nelle memorie e nell’altro ricorso contro la Legge Lorenzin (perché tutto è stato accorpato). Insomma ci siamo visti a nostra volta affiancati dalla Regione che giustamente ci ha “sfilato” l’argomento per tentare di salvaguardarlo nella eventuale nostra esclusione.
Insomma l’avvocatura della Regione ha tentato di sanare la mancanza nel ricorso iniziale della questione dei diritti umani in base alle leggi internazionali, tramite una memoria integrativa, ma ha pure fatto richiesta di accoglimento del nostro intervento e degli utili interventi delle associazioni. Si è spinta ancora oltre invocando il principio amici curiae per spingere la Corte, innovando la prassi, a valutare a fondo tutta la questione delicatissima e complessa delle vaccinazioni.
Se la Corte avesse avuto il coraggio democratico di accogliere gli interventi , la legge Lorenzin sarebbe stata demolita per intero e pure l’obbligo vaccinale storico, e gli attuali prodotti vaccinali in molti casi messi fuori commercio perché semplicemente pericoli per la salute, e una rivoluzione planetaria sarebbe iniziata. Troppo per la Corte di uno stato che cresce di PIL per la prima volta dopo un decennio grazie principalmente alla farmaceutica.
Il fatto è che i poderosi argomenti degli intervenuti non erano nel petitum iniziale della Regione, per cui alla Corte è bastato barricarsi nel ristretto ambito di quello. Escludendo tutto il resto non ha voluto essere democratica, ma ha potuto confermare l’operato del governo a cui altrimenti avrebbe dato inevitabilmente uno schiaffo tremendo, non politico, ma alla luce della scienza medica e delle leggi internazionali, e dei danneggiati reali portati dagli intervenuti.
Purtroppo si è realizzato non quello che speravamo (cioè la cancellazione dell’obbligo) ma, con rammarico, si è realizzato quello che avevamo anticipato.
E’ certamente una pagina di formale tecnicismo che schiaccia di fatto i diritti umani e la salute di molti, che invece devono prevalere se non si vuole di fatto svuotare di senso e di valore la Costituzione.
Abbiamo sperato che la Corte facesse quello che si dovrebbe, e difendesse i diritti umani, ma purtroppo abbiamo azzeccato la prima previsione ed è una sconfitta per tutti, è una evidenza in più che la Carta Costituzionale non vale nulla nella sostanza, cosa per altro già dimostrata dal fatto che la legge sulle vaccinazioni è stata approvata da un Parlamento che ha molti parlamentari saliti sullo scranno con legge incostituzionale. Ed vogliamo parlare del Presidente, che pure firmò quella sentenza?
Per parte nostra possiamo dire che pur non arrivando al nostro obbiettivo finale, ossia la cancellazione dell’obbligo, che raggiungeremo, siamo riusciti a far entrare nel dibattito pubblico il diritto al “consenso informato”, un diritto umano trascurato e negato dal Governo, dal Parlamento, dal Presidente della Repubblica, ed ora anche dalla Corte Costituzionale per motivi tecnici ma sostanzialmente non necessariamente cogenti.
Dopo una valutazione di Assemblea continueremo la nostra azione, perché è evidente che la Corte si è rinchiusa per evitare il confronto con le solidissime carte vincenti degli intervenuti, ossia, siamo certi che è una dimostrazione di grandissima debolezza argomentativa della legge Lorenzin e del sistema vaccinale.
Vogliamo solo concludere con una piccola nota. Nella memoria del 9 novembre 2017 la Regione ha evidenziato un fatto che noi di Aggregazione Veneta avevamo portato alla attenzione dell’Assessore del Veneto Coletto il 16 settembre, un fatto molto inquietante per ogni genitore.
Dai dati sulla vigilanza vaccinale risulta che il Veneto ha dieci volte più casi avversi delle altre regioni, e questo molto probabilmente, ha detto la Regione nella memoria, perché il Veneto ha attuato la Sorveglianza Attiva, ossia l’obbligo di segnalazione in caso di danni di ogni tipo.
Questo vuol dire, in realtà, che molto probabilmente i danni da vaccino sono dieci volte tanti quelli che sono attualmente rilevati. Quando e chi vaccina i propri figli si sottopone ad una procedura medica di cui non sono noti i rischi , non si sa proprio per niente quello che ti può capitare. Non lo sa nessuno ufficialmente, non funziona la vigilanza. Anche questa è una violazione dei diritti del malato e della Convenzione di Oviedo.